Ossessione by Stephen King

Ossessione by Stephen King

autore:Stephen King [King, Stephen]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


22

Avevo dodici anni quando mia madre mi comprò il vestito di velluto a coste. Ormai papà si era praticamente rassegnato con me e io ero sotto la responsabilità di mia madre. Mi mettevo il vestito per andare in chiesa la domenica e per le riunioni del giovedì sera, quando si leggeva la Bibbia.

Mi era concesso di scegliere fra tre farfallini con bottoncino automatico.

Che pena.

Ma non avevo previsto che avrebbe cercato di farmelo indossare per quella dannata festa di compleanno. Le provai tutte. Ragionai con lei. Mi-nacciai di non andarci. Tentai persino una bugia, informandola che la festa era stata annullata perché Carol aveva la varicella. Le bastò un colpo di telefono alla madre di Carol per conoscere la verità. Nessuno dei miei strata-gemmi funzionò. Nel complesso mia madre mi lasciava fare di testa mia il più delle volte, ma quando si metteva in mente una cosa, eri fregato. Sentite: il fratello di mio padre le regalò uno strano puzzle per Natale. Credo che in questo lo zio Tom fosse in combutta con mio padre. Mia madre giocava molto con i puzzle e io le davo una mano, ma secondo mio padre e lo zio non c'era modo peggiore per sprecare il proprio tempo. Così Tom le regalò un puzzle di cinquecento pezzi con un unico mirtillo nell'angolino in basso a destra. Tutto il resto era bianco, senza alcuna sfumatura. Mio padre si sganasciò. "Vediamo se ce la fai, mamma," la sfidò. Lui la chiamava sempre "mamma" quando pensava di averla messa con le spalle al muro, cosa che irritava mia madre da matti. Il giorno di Natale si sedette al tavolo della sua camera da letto (ormai avevano camere separate) e rovesciò le tessere del puzzle. A me e a mio padre toccarono surgelati e tra-mezzini per tutto il 26 e il 27 di dicembre, ma la mattina del 28 il rompicapo era completo. Mia madre lo fotografò con la Polaroid per mandare la foto allo zio Tom che vive nel Wisconsin. Poi disfece il puzzle e lo ripose in soffitta. Questo avveniva due anni fa e per quel che ne so è ancora lì.

Però riuscì a comporta. Mia madre è una donna simpatica, colta e piacevole. È buona con gli animali e con i mendicanti che suonano la fisarmonica.

Ma è meglio che eviti di farle un dispetto, perché è capace di usare i tac-chetti... di solito dalle parti dell'inguine.

Io mi ero messo contro di lei. Per la precisione, stavo per dar fondo per la quarta volta alle mie argomentazioni, quando ormai eravamo agli sgoc-cioli. Il cravattino mi artigliava il collo come un ragno rosa con invisibili zampette d'acciaio, la giacca mi andava stretta e lei mi aveva persino fatto mettere le scarpe con la punta squadrata, quelle della domenica. Mio padre non c'era, era giù da Gogan a bersene un paio con gli amici, ma se mi avesse visto avrebbe detto che sembravo "un signorino".

"Sentì, mamma..."

"Non voglio parlarne più, Charlie." Nemmeno io volevo parlarne più, ma siccome ero io



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